GRAZIELLA E LO YOGA…
Bentrovati, sono Graziella, istruttore di hatha yoga, ho conseguito la formazione triennale con un percorso riconosciuto dallo CSEN all’interno della scuola di Discipline Orientali Aikido di Carpi (Modena) sotto la guida del maestro Massimo Provasi proveniente da trentennale studio e continua formazione presso il centro yoga Parinama di Bologna del maestro Bruno Baleotti fondatore dell’omonimo metodo basato sull’Evoluzione e il Cambiamento dell’Individuo attraverso la pratica.
La formazione ufficiale risale al 2012, in realtà lo yoga entra nella mia vita parecchi decenni prima nel lontano 1995 quando questa disciplina non era troppo conosciuta e neanche troppo osannata, ma anzi, oserei dire abbastanza ghettizzata e relegata ad una fascia sociale definita “originale e stravagante”.
D'altronde erano gli anni d’oro del fitness, in palestra spopolavano allenamenti cardio abbastanza intensi come lo step, il total body, GAG, aerobica e immaginare da fuori l’utilità di starsene seduti gambe incrociate a “meditare” sembrava alquanto inutile se non addirittura bizzarro, le scuole di yoga erano considerate “posti strani” per “gente strana” e forse proprio per questo mi sentii da subito nel posto giusto…
L’INIZIO
Lo sport era sempre stato un mio chiodo fisso, anche se in versione del tutto amatoriale avevo sempre praticato qualcosa ma mai nulla che mi appassionasse fino in fondo.
Lo yoga arrivò per caso (ammesso che esista…), avevo provato un po’ di tutto e solo la danza mi aveva conquistata ma essendo un po’ cresciutella (avevo ormai 20 anni ) la depennai con rammarico.
E fu così che spinta dalla curiosità entrai nella mia prima scuola, ricordo ancora il silenzio, il profumo avvolgente dell’incenso, l’assoluta riverenza verso il maestro, tutto così lontano dall’ambiente chiassoso e variegato delle palestre… tutto così lontano da me, una fanciulla piena di energia ma estremamente rumorosa ed estroversa.
Ma mi piacque.
Fu come aver “ritrovato” qualcosa che avevo perso nel tempo, qualcosa che in fondo mi apparteneva già, semplicemente non lo sapevo e lo ignoravo.
Frequentai per 3 anni sotto la guida di due insegnanti diversi, il primo con un approccio molto “fisico” e dinamico, la seconda più meditativa e introspettiva, sperimentai quindi due metodi quasi apparentemente agli antipodi e mentre il primo mi appassionava e mi motivava il secondo invece mi annoiava e quasi mi infastidiva (che vergogna a ripensarci ora!)…
Ero troppo giovane e sicuramente non pronta per comprendere il vero messaggio finale della pratica yoga.
Cominciai a vivere tutto come una competizione, dovevo arrivare ad eseguire le posizioni a tutti i costi, non rispettavo il mio corpo, mi spingevo verso soglie che rasentavano il dolore e il mio ego venne giustamente punito… mi feci male, un infortunio abbastanza grave ad una spalla, lo stop e poi l’abbandono.
LA SVOLTA
Per diversi anni ritornai a frequentare le palestre, mi tuffai nuovamente nel fitness sfrenato, mi divertiva (ma non mi completava) e la mia incontenibile voglia di andare oltre mi provocò l’ennesimo trauma, questa volta lo stop fu lungo e doloroso, per moltissimo tempo lo sport quasi mi disturbava e repentinamente abbandonai tutto.
Un giorno (sempre il famoso caso…) rovistando in mezzo alle cianfrusaglie mi capitò tra le mani il mio vecchio tappetino yoga, fu come prendere la scossa, come un pensiero che si era solo assopito ed improvvisamente si era risvegliato… dovevo assolutamente ricominciare, era davvero una spinta proveniente da dentro e che non potevo più ignorare.
Trovai un’altra scuola (l’altra ormai era chiusa), conobbi il mio nuovo maestro e quello fu l’inizio del cambiamento, quello radicale che mi ha condotto a fare di una passione la mia professione.
Nel frattempo ero cresciuta, le esperienze di vita si erano moltiplicate, ero sempre una giovane donna esplosiva ed indisciplinata ma nel profondo si agitavano domande più complesse, esigenze di comprensione della vita e di accettazione dei cambiamenti che non potevo trovare saltellando in palestra, mi occorreva qualcosa che mi insegnasse a rallentare, osservare ed ascoltare, qualcosa che mi liberasse di tutti gli orpelli accumulati negli anni e che mi impedivano di avere contatto profondo con me stessa, di comprendere le mie emozioni e le mie esigenze, di abbracciare una dimensione che non fosse solo quella della superficie.
Il percorso da allieva fu entusiasmante, elettrizzante, una scoperta continua, un vero e proprio risveglio, il mio maestro aveva compreso la mia natura e mi insegnava a dominarne gli aspetti negativi, mi guidava nel canalizzare le energie nella giusta direzione, la voglia di stare sul tappetino non si esauriva mai, non c’era stanchezza che mi trattenesse, era come aver preso una rincorsa e non riuscire più a fermarsi.
Il passo successivo fu il corso per insegnanti, tanto studio, tanti sacrifici, tanti dolori (sì dolori avete letto bene!) un altro vortice che mi avvolgeva completamente e dal quale fui ben felice di essere travolta. Non fu semplice, ma il mio corpo da quarantenne non rispondeva velocemente come a 20, resisteva, si ribellava, si opponeva e questo fu la mia salvezza perché mi obbligò ad attivare la componente più importante della pratica yoga: la mente, la vera direttrice d’orchestra, colei che decide tutto.
LA COMPRENSIONE
Quando compresi in maniera profonda l’importanza di attivare consapevolezza e centratura la mia visione di vivere la pratica cambiò radicalmente, lasciai andare l’attaccamento per il corpo, cominciai a vivere le posizioni “da dentro”, sperimentai il cambiamento regalato dal respirare “veramente”, dal lasciarmi permeare e trasformare ogni volta come se fosse la prima.
E fu magico poter condividere tutto questo con altre persone, nella mia personale esperienza l’insegnamento non è starsene su un piedistallo e dall’alto predicare, non è atteggiarsi a mostrarsi come un guru o una persona illuminata, è prima di tutto creare una sintonia e una corrispondenza che permettano di donare strumenti per il solo piacere di poterlo fare.
Mi ritengo una persona fortunata, lo yoga mi ha aiutato e sostenuto in momenti molto difficili della mia vita, mi ha mostrato la strada che parte “da dentro”, mi guida continuamente in compagnia della coscienza, mi libera dai preconcetti e dai pregiudizi, risveglia la mia volontà e la mia energia… mi offre sempre una possibilità, e anche quando questa non è immediata mi regala pazienza e la capacità di accettazione necessaria per attenderla con gratitudine e gioia.
Dal 2016 ho fatto dell’insegnamento la mia professione a tempo pieno, ho sentito forte l’esigenza di dedicarmi solo a questo mettendo da parte attività lavorative più rassicuranti e remunerative perché troppo era il desiderio di vivere e condividere questa disciplina in modo globale e completo portando nel quotidiano tutto quello che vivo e sperimento sul tappetino… perché lo yoga “vero” non è la posizione perfetta e complicata, è la Comunione profonda con se stessi, è l’unità con l’Universo, è sentirsi una parte del tutto ed essere entusiasti di questo come di un dono prezioso.
Tante classi, tantissimi allievi, tante anime che si sono ritrovate e riscoperte sul tappetino, ho avuto la fortuna e possibilità di praticare con altri maestri di scuole e tradizioni diverse ed è meraviglioso come ogni volta salire sul tappetino sia un’esperienza nuova, rinascere per ritrovare una parte di sé.
Questa è la mia filosofia, lo yoga come la vita, per la vita, nella vita, nessuna pretesa, nessuna aspettativa, nessuna competizione e nessun attaccamento ma una scoperta continua, infinita, a volte divertente a volta dolorosa ma reale, tangibile, nulla che sia troppo lontano dalla nostra natura umana e attraverso questa avere la possibilità ogni volta di sfiorare lo Spirito.
Ti aspetto sul tappetino con la curiosità di riscoprirti intensamente, porta solo te stesso, non ti occorrerà altro.


